Tra i vari gioiellini che il sito UNESCO di Cividale del Friuli possiede, il tempietto longobardo è uno dei più preziosi.
Esiste ampia letteratura che lo descrive e molte informazioni si trovano anche in rete, come al sito ufficiale o su wikipedia, giusto per citarne un paio.
Qui ricordo solo che si tratta di una “cappella palatina” ovvero una cappella privata che si suppone si debba ad Astolfo, prima duca del Friuli e successivamente Re dei Longobardi e quindi risalente alla metà del 700. Vale la pena sottolineare che è anche una delle meglio conservate testimonianze dell’architettura longobarda.
La cappella è piccolina, ma a dir poco affascinante. Normalmente vi si accede da un ingresso laterale posto sul lato meridionale dell’aula. E da qui è possibile ammirare l’opera in tutta la sua composta, intima bellezza.
Ma dal 12 gennaio di quest’anno, l’accesso dal basso è precluso per dei lavori di restauro, e i gestori del sito, per non impedirne le visite, hanno deciso di farlo vedere da una prospettiva totalmente inedita, ovvero attraverso le aperture del primo piano del monastero di Santa Maria in Valle all’interno del quale il tempietto è inglobato.
L’idea è stata a dir poco brillante perché, sebbene non sia possibile avere la visione completa di tutta la struttura, attraverso le aperture ci si affaccia direttamente sugli stupendi stucchi di decorazione e si può dialogare a tu per tu con le statue dei Santi di manifattura bizantina: una vista che lascia senza fiato e di cui voglio darvi testimonianza con le immagini che corredano questo racconto.
Non so per quanto tempo ancora sarà possibile visitare il tempietto da questo spettacolare punto di vista, io non posso che consigliare chi legge ad affrettarsi a visitarlo: un investimento di quattro euro che ripaga ampiamente.