Kleine Berlin

Visita al rifugio antiaereo “Kleine Berlin” di Trieste

21 Aprile 2023 – Ore 17.50

Il cancello di entrata della “Kleine Berlin” separa il tempo attuale da quello in cui è stato creato, dalla paura degli uomini, questo intreccio di gallerie all’interno del colle di Scorcola per trovare riparo dai bombardamenti aerei della Seconda Guerra Mondiale sulla città di Trieste.

Gallerie create inizialmente per l’utilizzo da parte dei triestini, popolazione civile e dipendenti di pubbliche amministrazioni, ampliate dopo l’8 settembre 1943 per l’utilizzo da parte del personale militare e civile tedesco quando la città di Trieste, l’Istria, le isole del Quarnero, il Friuli e la Provincia di Lubiana, annessa al Regno dìItalia dopo l’invasione della Jugoslavia nel 1941, vennero di fatto annesse alla Germania, costituendo la Zona di Operazione del Litorale Adriatico – “OZAK” (Operationszone Adriatisches Künstenland). Gallerie che terminato il conflitto vennero successivamente abbandonate e quasi dimenticate. ma quello che la memoria umana dimentica la Natura invece preserva e decora come si avrà modo di scoprire.

Programma

Ritrovo alle ore 17.50 davanti all’ingresso della Kleine Berlin in via Fabio Severo a Trieste

Dalle ore 18.00 alle ore 20.00 visita guidata a cura del Club Alpinistico Triestino

A seguire, per chi avesse piacere, ci sarà un rinfresco presso la Vineria Grudina, accanto alla Kleine

costi

Per i soci SFA il costo della visita è di € 5,00

Per i soci non SFA il costo della visita è di € 7,00

Per il rinfresco è chiesto un contributo aggiuntivo di € 15,00

Il pagamento potrà essere fatto in loco al referente SFA

Prenotazioni

Le prenotazioni dovranno essere mandate all’indirizzo sfagiuliana@archeofriuli.it entro il 18 aprile indicando i nomi dei partecipanti e specificando se si desidera partecipare al rinfresco finale.

Ai fini assicurativi, i non soci SFA dovranno indicare anche il codice fiscale.

Indicazioni utili

La Kleine Berlin si trova nella parte bassa di via Fabio Severo a Trieste a circa 400 metri dalla stazione dei Treni. Il parcheggio più vicino, a circa 150 metri è quello di Foro Ulpiano, facilmente raggiungibile sia che si arrivi a Trieste dalla Strada Costiera (uscita Sistiana dall’autostrada) che dal Carso (uscita Padriciano e poi seguire le indicazioni per l’Università – Stazione Ferroviaria)

Kosakenland in Nord Italien – I Cosacchi in Carnia

éStoria Bus

Per chi, come me, ha la passione per la storia e la fortuna di vivere in Friuli Venezia-Giulia, maggio è un mese speciale. Prima di tutto perché è il mese del mio compleanno e per gli anni che porto prima di andare a tagliarmi i capelli devo chiedere il permesso alla Soprintendenza per i Beni Archeologici. Poi perché si tiene èStoria, una quattro giorni di orgiastica full-immersion in tutto ciò che è il passato.
Si svolge ogni anno a Gorizia, nella seconda metà del mese. Dal giovedì alla domenica uno dei giardini più belli della città viene chiuso per dar vita alla cittadella della storia. Da mattina a tarda sera è un continuo susseguirsi di dibattiti, seminari, incontri con i nomi più prestigiosi del panorama mondiale.

Fabio Verardo

E non declino al plurale a caso: ci sono due tendoni due che ospitano in contemporanea tutto questo ben di dio. Onestamente per me è come entrare nel Paese dei Balocchi e vado in confusione: troppe le meraviglie da vedere, troppe le cose da ascoltare, troppe le nuove conoscenze da assimilare. E spesso bisogna fare anche dolorose scelte, perché non ho ancora il dono dell’ubiquità. Che poi dono non sarebbe: provate ad immaginare come diventerebbe la vostra vita lavorativa… un incubo…
Comunque, per tornare subito nel Paese dei Balocchi, tra le tante iniziative che vi si svolgono c’è l’èStoria Bus.
Ogni giorno un bel corrierone argento parte da Gorizia per dirigersi nei luoghi stessi della storia.
E quel che segue è il breve racconto di una di queste avventure.
Il punto di ritrovo è alla fermata del bus davanti al “12” di Corso Verdi. La partenza è prevista per le nove e mezza, ma da dato che l’arrivare puntuale mi mette angoscia, alle nove sono già sul posto. Comunque non sono il primo. Ad accogliere i gitanti che arrivano pian pianino alla spicciolata ci sono tre membri dell’organizzazione tra cui Stefano, che ci seguirà e farà da pastore del gregge e una deliziosa signorina che purtroppo invece ci abbandonerà prima della partenza. Peccato.
Il buon lavoro di Stefano e la puntualità dei partecipanti fa si che si possa partire con solo una decina di minuti di ritardo, praticamente un miracolo in iniziative come queste.

Alberto Vidon

Ad intrattenerci raccontando delle vicende e dei luoghi che andremo a visitare ci sono il dott. Fabio Verardo e il prof. Alberto Vidon. Devo dire che la scelta è stata azzeccatissima. Tutti e due si sono dimostrati non solo preparatissimi ma anche simpatici e ottimi oratori.
Durante il viaggio verso la prima tappa, Tolmezzo, ci illustrano i contorni della storia. Chi sono i cosacchi (e i caucasici), da dove arrivano e le vicende che li hanno portati in Carnia. Ne faccio un brevissimo riassunto.
Legati ai Romanov, durante la guerra civile russa si schierarono contro i bolscevichi. Come sappiamo non azzeccarono il carrozzone giusto e vennero sconfitti. Stalin, che nonostante certa propaganda dell’epoca non era proprio un tenerone, fece pagare pesantemente la loro scelta di campo. Quindi quando l’invasione tedesca della Russia durante il secondo conflitto mondiale raggiunse le loro terre, si misero al servizio delle armate di Hitler. Dopo alcuni tentennamenti e perplessità furono utilizzati in funzione antipartigiana. Nel ’43 le loro terre furono riconquistate dall’Armata Rossa e la gran parte della popolazione civile fu costretta a lasciarle per spostarsi prima in Ucraina, poi in Polonia ed infine in Carnia.
Qui iniziarono ad arrivare nel luglio del 1944 e vi rimasero fino al maggio 1945 quando si spostarono per l’ultima volta in Austria, prima di essere riconsegnati a Stalin.
E Tolmezzo era in centro militare nuova terra dei Cosacchi. Piazza Matteotti era il punto nevralgico del tutto. L’Albergo Roma che quarant’anni più tardi sarà il regno di uno dei più famosi cuochi italiani, Cossetti, allora era la sede delle SS nonché principale luogo di riunione di tutti gli organi di occupazione.

L’Albergo Roma a Tolmezzo

A Villa di Verzegnis, invece, nel febbraio del ’45 si insedierà l’Atamano Krasnov. Eroe della guerra russo-giapponese del 1905 e del primo conflitto mondiale era il capo indiscusso di tutti i Cosacchi. Per quattro mesi la sua casa e centro di comando sarà l’attuale locanda Stella d’Oro.

La Stella d’Oro

L’Albergo Donada

Villa Santina ospiterà la Scuola Cadetti e il suo comandante, il generale Salamakhin. Questi si insedierà in una casa che si trova vicino all’ex stazione ferroviaria, dove si trova anche l’attuale albergo Donada, che allora fu adibito a mensa militare.

L’ultima tappa del viaggio ci porta ad Alesso. Durante il tragico ottobre del ’44 l’intera comunità locale fu costretta ad evacuare l’abitato e al suo posto si insediò parte consistente della popolazione civile cosacca. Il paese divenne il cuore della comunità e ribattezzato Novocerkassk.
Di quel periodo non è rimasto praticamente nulla, colpa anche del terremoto che nel 1976 rase al suolo gran parte degli edifici. Ma nella chiesa, dedicata si conservano ancora un’icona della Madonna e quattro pale con Gesù, Maria e gli Arcangeli Michele e Gabriele ricordi tangibili di quando l’edificio sacro fu utilizzato dal Pope cosacco per i riti ortodossi.

L’allegra compagnia nella Chiesa di Alesso. Sullo sfondo le pale lasciate dai cosacchi

E con la visita a quest’ultima località si conclude la nostra escursione con èStoria Bus.
Il viaggio di ritorno è anch’esso piacevole, con Verardo e Vidon che continuano ad intrattenerci con aneddoti raccolti dalla memorialistica e letture di brani tratti da “L’Armata dei Fiumi Perduti” di Carlo Sgorlon in un rientro a Gorizia che acquista un sapore nostalgico, quasi che avessimo partecipato noi stessi agli eventi di quei giorni.